
Stringiamo i pugni, schiavi del progresso,
qui il futuro si spegne come un riflesso.
Siamo i figli di un mondo che si sta spezzando,
mentre corriamo in cerchio e nessuno sta guardando.
Leggi scritte al buio, giochi sporchi tra le stanze,
ci fottono la mente e ci dicono “avanza”.
Come Re e pedine in un Risiko eterno,
dove i burattinai sorridono dall’inferno.
Dal flipper del bar ai cortili occupati,
ora muri grigi e silenzi serrati.
Bambini senza terra, cresciuti su una rete,
che li stringe piano piano… come catene segrete.
Il sistema marcia, senza cuore e radici,
un fuoco che divora pure i suoi eredi felici.
Ci han venduto sogni, vestiti di stracci,
tra social e guerre per conquistare i palazzi.
I media coi titoli a bomba che esplodono in testa,
come il vecchio TG che apriva ogni finestra.
Ora gridano bugie come al luna park moderno,
e noi a fissare schermi… dentro un inferno eterno.
Wall Street continua sopra l’orlo del cratere,
e noi a sgobbare, senza vedere il baratro intero.
Il mondo scorre come fosse un déjà-vu,
sempre lo stesso copione… e non cambia più.
Siamo figli di un Occidente che si trucca per brillare,
sorrisi di plastica… sotto le maschere il mare.
I cortili vuoti, ci giocavi a pallone,
ora un silenzio assordante… tra muri e finzioni.
La vita ci corre addosso, tutto in fast-forward,
e tu scrolli il feed senza mai dire basta.
Facciamo i ribelli con la giacca firmata,
e ci pieghiamo al potere se ci offre la spada.
L’anima in saldo, la coscienza a metà,
siamo soldati senza armi… in questa guerra a metà.
Maranza coi teppisti, in branco sull’asfalto,
mettono paura a chi lavora senza un salto.
Ma la gente non capisce, generalizza e grida,
non vede chi rispetta… paga le tasse e fatica.
Immigrati trattati come un affare di Stato,
vite appese a un filo… nel deserto abbandonato.
La crisi morde i deboli, affonda i suoi denti,
mentre le strade bruciano… e chiudiamo le menti.
Chi viene da lontano vuole solo libertà,
ma si trova prigioniero… in questa realtà.
E intanto là fuori giocano con i missili,
un’altra guerra globale coi soliti simboli.
Armi che esplodono sopra città lontane,
mentre noi ce ne stiamo a guardare le stories su Instagram.
Aumenti su bollette e cibo quotidiano,
mentre vendono il pianeta a chi paga più piano.
Il libero arbitrio l’hanno già sigillato,
un’altra scusa per dirci che il mondo è cambiato.
Siamo figli del caos, di un futuro rubato,
dentro gabbie d’acciaio e uno schermo dorato.
Figli del caos, di bugie e controllo,
una corsa che uccide… e noi siamo già al collo.
Siamo figli del caos, dentro un fuoco che avanza,
mentre il mondo si spegne… e nessuno fa abbastanza.
Il giorno 27 mar 2025, alle ore 21:50, ramy ibrahim
Fd Caos
Stringiamo i pugni, schiavi del progresso,
qui il futuro si spegne come un riflesso.
Siamo i figli di un mondo che si sta spezzando,
mentre corriamo in cerchio e
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