Lyrics

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[Strofa 1]
E quanto ti capisco, caro maestro,
quando scrivi il tuo veleno.
Giro alle quattro del mattino,
con l’angoscia ma senza vino.
Solo col mio umore e il mio destino,
sparito per colpa di qualche cretino.


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[Strofa 2]
Che parla senza sapere, che ride e scherza,
si sente in dovere di dire cazzate,
sparare puttanate, buttarmi nel fango
solo per farsi notare.

Ma io sono qui alle quattro del mattino,
ascolto il tuo veleno… e respiro il mio.
Tra inchiostro e madonne, uno sguardo al telefono,
nella speranza che squilli… ma il telefono è lei.


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[Strofa 3]
Tu sparita in quel vortice muto,
tra gente che abbraccia e poi sputa nel buio.
Sorrisi finti, patti di cartone,
brindisi a metà, amicizia d’occasione.


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[Strofa 4]
Parlavano tanto, restavano niente,
promesse in saldo, memoria assente.
Io non porto maschere, non trucco l’anima,
non servo ai loro tavoli, non servo a chi baratta.


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[Strofa 5]
E tu, eri l’unica che contava davvero.
Non so se era amore, ma era sincero.
Sparita nel fango, nemmeno un messaggio,
soltanto silenzio nel cuore e nel bagaglio.


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[Strofa 6]
Io resto lo stesso, spalle dritte,
dico quel che penso, anche se non conviene.
Meglio essere vero che un pagliaccio
e falso e amato da chi vale meno di un niente.


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[Finale – sfogo]
Sputatemi addosso, parlate di me,
raccontate favole a chi non sa cos’è
la coscienza pulita, lo stare in piedi,
quando il mondo si vende e tu… resti in piedi.

Che potete baciare
queste chiappe con stile,
alzo il dito medio,
è il mio modo gentile.
Io continuo per la mia strada,
tra sogni, ferite e catrame,
e in culo a voi che sparlate,
col fumo negli occhi…
e il mio nome sulla vostra bocca.


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