Lyrics

Cinque anni fa
c’era solo una stampante che non funzionava,
due risate in pausa pranzo
e la mia scusa scema per starti accanto.
Poi tipo una mail, poi un caffè,
poi “oh guarda che caso” —
ma il caso eravamo noi
prima ancora di saperlo.


Ora viviamo con due gatti affamati
che sembrano te…quando scatta l’ora di cena:

Mailo,
Il re nero delle coccole,
ci salta addosso
come se fossimo un’isola,
ci sceglie,
ci abbraccia con il corpo
e con le fusa.

Loki,
piccolo fulmine tigrato,
fa acrobazie da circo sul letto
Poi così in alto
che pare volare,
per prendere una pallina…e il mio cuore.

E a “urlare” vince lui!

Mangiamo male,
ma ci fa bene:
sushi, pizza, McDonald’s
e i piedi nudi sul divano, una tv immensa
Tra un bacio e una tisana calda
sotto un film horror che ti spaventa sempre.
Io guardo te,
e tu chiudi gli occhi,
ma poi mi stringi forte —
e lì capisco
che casa è lì.

Hai dipinto la casa di blu,
per dimenticare quel rosso troppo vivo
che ci sembrava urlasse.
Ora il balcone è una guerra tra peperoncini,
pomodori dispettosi
e piante aromatiche in crisi esistenziale.

Ma i girasoli no,
quelli vincono sempre.
Ci seguono con lo sguardo
come una canzone bella
che ci ha trovato al momento giusto.

Van Gogh ci avrebbe scritto in un quadro,
col giallo pieno di sole
e un pizzico di malinconia.

La doccia è grande
quanto un sogno a due.
Ci perdiamo tra il vapore,
tra i baci disegnati,
tra le risate che sanno di noi.


Tu mi fai il caffè dopo ogni pasto,
e anche se non parli,
è il modo che hai per dirmi:
“Resta.”

E mangiamo male,
ma siamo felici:
sushi, pizza, McDonald’s,
e le serie coreane a ciclo continuo.
Siamo quelli che si abbracciano forte
sul divano gigante dei sogni.
Che ridono tra una carta di Yu-Ghi-Oh!
e una sfida a Vanguard
in cui ormai vinci tu,
e io perdo apposta.


Sai che un giorno ti sposerò,
non serve neanche dirlo.

Lo sa anche Maps:
mi manda da te
senza nemmeno digitare l’indirizzo.
Come se il navigatore
conoscesse il mio cuore meglio di me.

Ogni tanto ridi di me
perché giro con il metro in mano
a misurare ogni centimetro della casa.
Cerco cosa cambiare,
cosa migliorare —
forse anche in me.
Forse anche per te.

Io sogno figli,
tu non lo sai ancora.
Ma va bene così:
ogni amore ha le sue scarpe
e noi impariamo a camminare
insieme, piano.

E se un giorno ci sarà nebbia,
se tutto sembrerà più difficile,
guarda il nostro citofono.
Due cognomi,
uno accanto all’altro.
Come una bandiera,
una canzone,
una promessa:
che noi ci siamo.
Per davvero.


Casa è lì.
Dove ci siamo noi.
Con i gatti,
le piante tristi
e il divano troppo grande.
Casa sei tu

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